Ci stavamo facendo due calcoli con i colleghi. Sembrerebbe che l’impatto delle “novità” in materia fiscale per il 2014 dovrebbe aggirarsi tra il 2 ed il 3%, nel senso che l’aumento delle tariffe in generale, dell’IVA e le nuove tasse dovrebbero comportare un maggior aggravio fiscale pari a quelle percentuali. La crescita dell’inflazione reale futura invece è un incognita ancora piuttosto complessa da calcolare. Il “regaluccio” in busta paga, (che sembrerebbe più consistente per le aziende che per i lavoratori, tanto per cambiare), si aggira sullo 0,5%. Facendo il calcolo algebrico, se “guadagno” +0,5 e perdo -2,5 ho come risultato una perdita totale del -2%, cui si andranno a sommare le perdite di potere d’acquisto derivanti appunto dall’inflazione reale: tutto come negli ultimi anni.
A margine, va ricordato che nel disegno di Legge definito sul “femminicidio”, cioè sulla violenza di genere ma che in realtà contiene di tutto, tra le varie altre cose c’è la proroga per ancora un altro anno del blocco salariale e delle assunzioni per le Forze dell’Ordine e i Vigili del Fuoco iniziato nel 2010. Sommando tutto non si sbaglia di molto se si afferma che in quattro anni la perdita sul salario si aggira sul 10%. Quindi, l’Italia è perfettamente in linea con altri Paesi europei tipo Spagna, Portogallo, Grecia: i costi della crisi e del cambiamento epocale che richiede un forte contenimento della spesa pubblica anche qui da noi sono ricaduti in gran parte sulla schiena dei dipendenti pubblici e non sono ancora andati ad intaccare il deflusso costante di sprechi della Pubblica Amministrazione in generale. Non che ai dipendenti privati vada meglio, anzi, dato che a molti è toccato proprio di perderlo il lavoro. In estrema sintesi: sì, questa è l’ennesima presa per il culo. Però il Governo ostenta ottimismo, come se la notte stesse per finire. Anche a me sembra che stia per sorgere l’alba… Dorata, però.
Nessun commento:
Posta un commento