venerdì 28 novembre 2014

Per sconfiggere la destra di veleno Renzi e il nano malefdetto

Quando la spaccatura nel Pd diventerà sempre più profonda, Sinistra ecologia e libertà vuole un protagonismo totale. Sullo sfondo la partita del Quirinale e anche la voglia di un “Ulivo bis”, o qualcosa di simile. La data per federare la sinistra alternativa a Matteo Renzi, se così sarà, è stata fissata.
Non è un caso, infatti, se a fine gennaio a Milano, dal 23 al 25, ci sarà la convention organizzata da Sel dal titolo “Human factor”, che ha come obiettivo proprio quello di far confluire in un’unica forza politica le varie anime in polemica con il Partito democratico. E per “anime in polemica” si intende anche e soprattutto la minoranza dem.
Con molta probabilità, esattamente in quelle stesse giornate, il Parlamento - stando agli ultimi rumors - sarà chiamato a scegliere il nuovo Capo dello Stato. Ed è in questa occasione che l’incubo dei 101 potrebbe tornare. Nichi Vendola scommette sulla frantumazione del Pd e non vuole trovarsi impreparato. I lavori, per creare un contenitore che metta insieme tutti gli scontenti, sono in corso. “Vogliamo federare la sinistra delle piazze che si batte contro il Jobs Act e la precarietà con la sinistra politica e sindacale”, dice chiaramente il leader di Sel.
Obiettivo? “Battere Renzi alle prossime elezioni”. Prima delle prossime elezioni c’è però un'altra tappa ed è la scelta del nuovo Capo dello Stato che, come si diceva, potrebbe avvenire nelle date dell’Human Factor. A questo punto, gli oppositori di Renzi potrebbero ritrovarsi tutti a Milano.
Gli ospiti della tre giorni dovrebbero essere tanti e Vendola sta per mandare gli inviti, rivolti non solo ai movimenti, alle associazioni e ai sindacati (in primis Maurizio Landini) “che combattano – come dice il leader di Sel - Matteo Renzi e la sua deriva a destra”, ma anche e soprattutto ai dissidenti del Pd. Ad esempio, a coloro che, insieme ai deputati del suo partito, hanno abbandonato l’Aula della Camera nel momento della votazione sul Jobs Act.
Prove di intesa? Forse. Ma si capirà meglio in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, quando la spaccatura dem potrebbe essere plateale. Intanto ci sono le prime avvisaglie. La stessa Rosi Bindi ha chiesto al suo partito di “tornare a essere il partito dell'Ulivo, che unisce e accompagna il Paese”. Al contrario “se il Pd resterà quello degli ultimi mesi è chiaro che ci sarà bisogno di una forza politica nuova".
Arturo Scotto di Sel fiuta l’aria e le dà ragione: "Lo spirito dell'Ulivo era inclusivo e non respingente, univa le culture politiche della sinistra, del cattolicesimo democratico e dell'ambientalismo con un collante che si chiamava solidarietà. Quei fili il Pd di Renzi li ha spezzati scegliendo di separarsi da quei valori e quegli obiettivi". Quindi, lancia l’invito alla minoranza dem. Invito che si concretizza oggi con la presentazione della convention Human Factor: “Tante donne e tanti uomini della sinistra, quelli che hanno creduto nel Pd e quelli che non hanno mai condiviso quel percorso, dovrebbero incontrarsi e riflettere per riprendere il filo di un'azione comune”.
Nasce così la Leopolda di Sel: “Una tre giorni di lavoro intenso – dicono gli organizzatori - che non sarà una sfilata di interventi, ma ci saranno veri laboratori orientati a produrre report programmatici, progetti e riflessioni per lasciare il segno nella politica italiana. Sarà un cantiere che ospiterà anche esponenti della sinistra internazionale”. Di certo, gli occhi saranno puntati a Roma, in verità al Colle, nel momento di massima tensione della legislatura. Si cercherà di creare un nuovo asse all’insegna, forse, dell’amarcord di Romano Prodi.
“Preistoria?”, chiede Vendola. ”È paradossale assistere a una discussione politica come quella degli ultimi giorni nella quale ci si riferisce a Prodi come ad un protagonista della preistoria e a Tony Blair come a un profeta del futuro”. In sostanza - dice il leader di Sel – Blair, ospite ieri sera di Renzi, è da archiviare, Prodi no.

domenica 9 novembre 2014

Vi presento Veleno RENZI

Il capo del governo ha gettato la maschera. 

Da un lato regala al padronato tutto ciò che chiedeva: massima precarizzazione del lavoro, libertà di licenziamento senza giusta causa, ulteriore riduzione di tasse e contributi a carico di sanità e servizi, libertà di saccheggio del territorio , blocco dei contratti pubblici. Dall'altro esibisce irrisione e disprezzo per le manifestazioni dei lavoratori e i sindacati, celebra il proprio successo con la corte dei propri amici capitalisti , riserva le botte agli operai di Terni. Nel mentre persegue una riforma elettorale e istituzionale con cui concentrare nelle proprie mani tutte le leve del potere. 

Siamo in presenza di un corso reazionario. Un bullo tracotante e demagogo mette le proprie ambizioni al servizio della borghesia italiana, fingendosi amico del popolo. Va fermato. E per tempo. 

Le aperture che le sinistre politiche e sindacali hanno riservato a Renzi nei primi sei mesi si sono rivelate un inganno per i lavoratori e un boomerang per chi le ha prodotte. 
Aver presentato Renzi come “la nuova speranza della sinistra”- come ha fatto SEL meno di un anno fa per cercare un reimbarco nel centrosinistra- è stato penoso e suicida. 
Aver avallato la truffa degli 80 euro, aver suggerito la truffa parallela sul TFR, aver avallato l'illusione del “governo del cambiamento” sino ad offrirgli la propria collaborazione ( come ha fatto purtroppo per sei mesi Landini), hanno avuto un solo effetto: abbellire l'immagine del governo agli occhi delle sue vittime e coprire il suo vero volto con la propria popolarità. Non solo senza ottenere nulla, ma finendo derisi e aggrediti da un governo reazionario. 

Ora che il governo ha squarciato il velo delle finzioni con la propria arroganza è necessaria una opposizione radicale. Che unisca tutte le sinistre politiche e sindacali. Che non si fermi a metà strada. Che sappia andare davvero sino in fondo. A partire dalla rottura col PD ad ogni livello, nazionale e locale. 
Le manifestazioni di protesta che hanno percorso l'Italia dopo l'aggressione poliziesca di Roma hanno introdotto un cambio di passo. Questo cambio di passo va esteso, generalizzato, accelerato. 

Le misure del governo contro il lavoro devono essere cancellate e ritirate: non c'è nulla da negoziare su quel terreno. Non si tratta di fare sponda ai D'Alema e Bersani- già sostenitori di Monti- con un compromesso parlamentare che salvi loro la faccia. Si tratta di salvare ed estendere i diritti dei lavoratori. Che da 20 anni tutti i governi calpestano, inclusi quelli di centrosinistra ( più volte con voti o ministri della sinistra cosiddetta “radicale”) 

Si convochi allo scopo uno sciopero generale vero: che metta in campo la forza di milioni di salariati privati e pubblici, e fermi davvero il paese. 

Si definisca una piattaforma generale unificante delle ragioni dei lavoratori, precari, disoccupati: a partire dal blocco dei licenziamenti, dalla ripartizione del lavoro con la riduzione generale dell'orario a parità di paga, dalla cancellazione di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, da un grande piano di nuovo lavoro per territorio, ambiente, istruzione, pagato dai profitti e dalle grandi ricchezze. 

Su questa piattaforma si dia continuità alla lotta generale . 

Si congiunga la mobilitazione prolungata con l'occupazione generale delle fabbriche ed aziende che licenziano: coordinando nazionalmente le occupazioni e istituendo una cassa nazionale di resistenza. 

Renzi ha aperto la guerra contro i lavoratori? Il movimento operaio dichiari guerra al governo. E' l'unica guerra che Renzi teme davvero. L'unica che può unificare attorno ai lavoratori le ragioni di tutti gli sfruttati. L'unica che può strappare un risultato.  

E' necessario costruire nelle lotte una direzione politica e sindacale nuova del movimento operaio che sia all'altezza di questo livello di scontro. Una direzione si batta per la sola alternativa possibile: un governo dei lavoratori e delle lavoratrici. La sola prospettiva che possa dare lavoro e segnare l'uscita dalla crisi. La sola che possa liberare la società dal capitalismo e da tutti gli avventurieri che si mettono al suo servizio, siano essi di governo o di “opposizione”.