martedì 20 settembre 2011

Noi lo dicevamo, ma non ci volevano ascoltare

 


Sono 17 anni che ascoltiamo il solito mantra dell'imprenditore di successo lontano dalla politica destinato a cambiare l'Italia, e fin dal primo momento lo abbiamo detto che non era possibile.
Può il mafioso fare il poliziotto?
Può il gatto abbaiare?
Può la sabbia lubrificare?
Quattromila miliardi (la stima più prudenziale) era il debito complessivo di Berlusconi al momento di "scendere in campo", ben più del debito che aveva allora Calisto Tanzi con la sua Parmalat. Che però non ebbe sufficiente lungimiranza ed invece di scendere in politica preferì semplicemente continuare a coltivare amicizie politiche. E che oltretutto aveva una storia imprenditoriale assai meno "oscura" (la P2, la mafia ecc.).
Ed invece, comunque, ci sbagliavamo.
Berlusconi è riuscito a cambiare davvero l'Italia, o almeno una sua parte, quella più indifesa.
L'intervista a Terry De Nicolò è una vera e propria finestra spalancata sulla nuova Italia di Berlusconi.
L'escort (termine che ha più "autorevolezza" di "puttana") introdotta nell'entourage (chiamiamolo così) di Berlusconi da "Giampi" Tarantini ci descrive con chiarezza quanto siano profonde certe... p
“Se tu sei una bella donna e ti vuoi vendere tu lo devi poter fare. La bellezza ha un valore. Se tu sei racchia e fai schifo te ne devi stare a casa. La bellezza è un valore che non tutti hanno e viene pagato come la bravura di un medico”. “Quando sei onesto non fai un grande business, rimani nel piccolo. Se vuoi aumentare i numeri devi rischiare il culo. E’ la legge del mercato. Più in alto vuoi andare, più cadaveri dovrai sorpassare ed è giusto che sia così. L’ideologia moralista della sinistra mi fa arrabbiare. Tutti dovrebbero guadagnare duemila euro al mese, tutti dovrebbero avere gli stessi diritti. Ma quando mai? Qui vince la legge del più forte".  “Se sei pecora rimani a casa con duemila euro al mese. Se invece vuoi ventimila euro al mese ti devi mettere sul campo e ti devi vendere tua  madre”.
Le donne racchie che fanno schifo devono stare a casa, quelle belle vadano fuori a vendersi al prezzo migliore. Gli onesti? Poveri sfigati. I disonesti? Gran fighi di successo. Le pecore a casa con duemila miseri euro al mese (qualcuno dica alla troia in carriera che la gran parte degli italiani pur facendosi il culo, per restare in metafora, proprio non ci arrivano a duemila ma semmai a poco più della metà), i "lupi" fuori a vendere la madre.
Non è questo tutto il nostro paese, ma è una parte del paese, che si specchia e si riconosce in questa gente priva di tutto, tranne "la patonza" (finchè dura, cara Terry, finchè dura, e non dura minga!), la capacità di fare rutti e bestemmiare (Grande Fratello and Co.), arraffare affari illeciti (alla Tarantini & Furbetti del Quartierino), entrare in politica col servilismo assoluto o le tette (il 70% del parlamento), rubare sugli appalti pubblici (meglio se assolutamente inutili, tipo G8,  terremoto aquilano o Ponte sullo Stretto) o rubare e basta il denaro pubblico (Penati -purtroppo- è solo l'ultimo indagato di una lunga lista).
Il merito dov'è finito? 
Sui tetti, dove abbiamo visto per mesi la protesta dei ricercatori (gli "scienziati" italiani) raccontare con occhi banati di lacrime le difficoltà assolute nelle quali il governo li ha lasciati, e soprattutto le cento e cento storie di successo dei loro compagni di studio che sono andati all'estero.
O sulle gru, dove sono saliti gli operai per difendere le imprese "sciacallate" da falsi imprenditori, spesso portati nei consigli d'amministrazione da qualche ministro che li presentava come salvatori, mentre in realtà avevano solo l'intenzione dispartirsi prima i contributi pubblici, poi ciò che restava della salma.
O nei campi, coltivati da coraggiosi contadini sfruttati dalla mano morta dei grossi distributori, o da legioni di stranieri (africani, polacchi, rumeni ecc.) a loro volta sfruttati da violenti "caporali". Quegli stessi campi che spesso sono stati violentati dai traffici camorristi.
Ed ecco un altro lascito del berlusconismo: quel certo compiacimento circa il fallimento dell'inchiesta su "Gomorra" (Cassiopea), con i traffici illeciti fra nord e sud mostrati al grande pubblico da un tal Saviano, colpevole di aver messo sullo stesso piano imprenditori del nord e camorra, ma soprattutto di essere diventato per le sue inchieste un'icona di parte della sinistra (non certo dei vertici del PD).
Già, un paese assurdo nel quale convive l'idea che le donne devono essere troie disposte a tutto (vedi addirittura padri e madri che accompagnavano ad Arcore le figlie, anche minorenni), ma che non tollera l'amore omosessuale ("froci" e "lesbiche del cazzo" da prendere a pugni in faccia, vedi Roma o Milano), ed anche così rispettoso dei precetti del Vaticano da legiferare immediatamente per impedire che si possano ripetere gravissimi casi alla Englaro o Welby... che in fondo è anche giusto accettando un'immagine della donna assolutamente priva di dignità che coincide con una morte impietosa assolutamente priva di dignità anch'essa.
Alla fine cos'è il berlusconismo se non l'amoralità assoluta dei comportamenti privati (disonestà e puttanaggine) nascosti dietro un velo pubblico di completa ipocrisia e menzogna? 
Una generazione intera nata in questa collosa palude im-morale, ed un'altra affermatasi nella falsa idea che la cosa corretta da fare era buttare via tutto ciò che c'era di vecchio, correttezza e legittimità per prime, e fottere ripetutamente il prossimo per raggiungere il successo.
Beh: grazie, Silvio Berlusconi, e grazie a quelli che in questi anni hanno preferito -per convenienza- tapparsi le orecchie.