venerdì 31 ottobre 2014

Bonaparte veleno renzi


No. Non è la “solita” legge di stabilità. E' una legge di stabilità cucita secondo le esigenze prioritarie di “immagine” e “consenso” dell'aspirante Bonaparte che oggi governa, lungo la linea del nuovo corso “populista”. E' un metodo sperimentato. 

Con l'operazione truffa “80 euro” ( messi a carico dei beneficiari) Renzi ha vinto le elezioni europee consolidando il proprio comando. Al riparo di quella truffa- avallata da Camusso e Landini- ha condotto un'azione di sfondamento contro il lavoro e i suoi diritti. Prima con la eternalizzazione provocatoria dei contratti a termine senza causale, che non ha incontrato una sola ora di sciopero. Poi con la liberalizzazione dei licenziamenti senza giusta causa- obiettivo storico del padronato italiano- che non ha neppure subito, allo stato, uno sciopero generale di contrasto, fosse pure di facciata. 

Ora nel varco aperto senza pagare dazio, Renzi replica la tecnica dell'imbroglio. La nuova operazione truffa sull'anticipo del TFR in busta ( aggravata da un maggiore furto fiscale sul salario differito, persino su quello lasciato in deposito) diventa la nuova cortina di fumo che serve a coprire l'arrosto. La nuova copertura d'immagine, agli occhi dei lavoratori dipendenti, di un'ulteriore aggressione sociale mirata contro di loro. 

La nuova legge di stabilità é inequivoca. Via l'Irap, come chiede da anni tutto il fronte confindustriale e reazionario . Via i contributi padronali sulle assunzioni , con nuovo svaligiamento delle casse pubbliche. Il tutto a carico dello stato sociale e dei servizi 

( tagli , tasse, tariffe) a partire dalla sanità ( sostenuta infatti dall'Irap), dall' istruzione pubblica 

( altro che rilancio della scuola!), dai trasporti locali ( già falcidiati), dai contratti dei dipendenti pubblici ( bloccati sino al 2018). Dunque pagheranno il conto i salariati , i pensionati, i giovani, la popolazione povera . 

Il rinvio del pareggio di bilancio e l'operazione in deficit per 11 miliardi non sono affatto il “superamento dell'austerità” in nome della “crescita” e del “lavoro”, come vogliono la propaganda di “regime” del renzismo e il commentario “progressista” che lo circonda ( tipo La Repubblica). Sono l'opposto: sono la leva di una straordinaria detassazione dei capitalisti a carico dei lavoratori e della maggioranza della società. L'unica crescita assicurata è quella dei profitti, a scapito del lavoro. La Confindustria l'ha detto in un impeto di sincerità: “Questa legge di stabilità è il coronamento del nostro sogno”. La verità è che neppure i padroni si attendevano tanto in pochi mesi. 

Nel frattempo la recita ad arte di Matteo Renzi contro “i tecnocrati di Bruxelles”, i governatori regionali“spendaccioni”, i “burocrati privilegiati”, serve a presentare questo sogno padronale come sogno popolare, in un grottesco gioco di specchi in cui spesso il bastonato pensa di essere il bastonatore. Che oltretutto non chiede di meglio che passare in incognito prendendo l'incasso, al riparo dalla cortina fumogena populista. 

Un aspirante Bonaparte mira a consolidare attorno a sé un grande blocco reazionario interclassista mettendo le proprie ambizioni di potere al servizio del capitalismo italiano. Altro che “Renzi servo della Merkel” come spesso ripetono ( con impronta sciovinista e incomprensione della realtà) dirigenti della sinistra riformista o centrista . Renzi può “sfidare” anche la Merkel al tavolo negoziale, se questo gli serve ad ampliare il proprio margine di manovra populista e a nutrire i propri disegni di carriera. Ridurre le tasse ai capitalisti italiani ottenendo la loro incoronazione, e per di più prendere i voti degli operai italiani... “contro la Germania”: come si possono sposare al meglio gli interessi di Renzi e quelli della borghesia tricolore? 
Solo una straordinaria mobilitazione di massa del movimento operaio e sindacale può squarciare il velo della menzogna dominante, unire gli sfruttati, dissolvere il blocco reazionario, arrestare la marcia di Renzi, e presentargli finalmente il conto. 

mercoledì 29 ottobre 2014

Gli eroi della classe lavoratrice "picchiati" dal governo Fascista

Cose da pazzi, cose che non accadevano neppure quando a governare vi era la destra conservatrice del Nano.
Ci voleva la destra fascista di veleno Renzi, perchè ritornassero di moda le cariche contro gli eroi della classe operaia.
Ora, mi chiedo , dobbiamo stare in silenzio e porgere l'altra guancia, oppure dobbiamo reagire?
La risposta è ovvia, bisogna reagire senza alcuna paura, bisogna cominciare a "purgare" i coglionazzi che continuano imperterriti ad appoggiare ed esaltare il flagello italiano, che porta il nome di Velenorenzi.

venerdì 17 ottobre 2014

La Tasi a Gerenzano

Siamo il settimo comune in provincia di Varese con l'aliquota più alta, considerando le detrazioni ecc.
Non si può dire altrettanto per i servizi che l'amministrazione Gerenzanese offre ai cittadini.
Mancanza di piste ciclopedonali, strade gruviera (tolte chiaramente le vie dove abitano assessori e parenti).
Eppure paghiamo la stessa tassa che versano città (varese, busto) dove i servizi sono il doppio, se non il triplo rispetto a quelli di noi poveri paesani.
Ora capisco l'impazienza dei cittadini che non vedono l'ora di ritornare a votare, pronti a riconsegnare il paese alla Lega, che nonostante i tanti errori , è riuscita a mantenere inalterata la pressione fiscale della cittadinanza.
Un consiglio, non sarebbe meglio gettare la spugna visto la totale incapacità dimostrata nel governare il paese?(sempre che abbiate un minimo di dignità)
Fareste solo un grosso favore ai gerenzanesi. ( e forse all'umanità)

sabato 11 ottobre 2014

Articolo 18 , secondo il movimento

"La delega lavoro, il famigerato Jobs Act, passa al Senato con il voto di fiducia. Ecco il capolavoro di Renzi: mette la fiducia (quindi niente discussione nel merito) su una legge delega in bianco che lo legittima a scrivere in futuro una riforma del lavoro a suo piacimento!
Visto che il premier continua a ripetere che quelle in Senato sono state solo 'sceneggiate', vi raccontiamo come sono andate realmente le cose. Nel corso della discussione in Commissione, Il Movimento 5 Stelle si è posto in modo propositivo, pronto a partecipare alla costruzione di una reale riforma del lavoro per il Paese, trovando però una chiusura significativa da parte della maggioranza e del Governo, che ha prodotto come esito finale un testo povero di contenuti che in sostanza dà a Renzi carta bianca nella regolamentazione di una materia così delicata come il lavoro, che provocherà un grave danno ai lavoratori, alle piccole e medie imprese, nonché all'economia e ai consumi.
Il Movimento 5 Stelle, quando il testo è arrivato in Aula, ha presentato 158 emendamenti, tutti di merito, per favorire una discussione responsabile e costruttiva. E quando sono iniziate a circolare le prime voci di una possibile richiesta di fiducia, proprio per non lasciare più alibi al Governo, ha annunciato, insieme ad altre forze politiche di opposizione, la volontà di ritirare gran parte di questi, lasciando solo i più importanti, imprescindibili per attuare una vera riforma del lavoro.
La riduzione degli emendamenti non ha fatto, però, cambiare rotta al Governo e a Renzi, desideroso di presentarsi con il compitino fatto davanti ai capi europei riuniti ieri a Milano. Così, come annunciato, è arrivato il nuovo maxi emendamento, diverso da quello su cui la Commissione aveva lavorato.
Il contenuto del maxiemendamento inizia a trapelare solo nella mattina di ieri attraverso i mezzi di stampa; addirittura alcuni senatori ricevano il testo direttamente via e-mail dai giornalisti. In Aula abbiamo chiesto il giusto tempo per poter leggere il nuovo testo presentato dal Governo, tempo che non ci è stato concesso. Quando abbiamo esposto un foglio bianco, simbolo di una delega in bianco impresentabile che non possiamo votare così com'è, il Presidente Grasso ha pensato bene di cacciare il nostro capogruppo Vito Petrocelli. Nel pomeriggio di ieri arriva la conferma di quanto già preannunciato: il Ministro Boschi chiede in Aula la fiducia: come in un film dell'orrore, visto e rivisto mille volte, il governo va avanti per la sua strada fregandosene del Paese e del Parlamento.
I nostri emendamenti alla Delega Lavoro ecco cosa contenevano: abbiamo proposto sicurezza (ovvero il reddito di cittadinanza) coniugata al lavoro, legata all'innovazione di processo e di prodotto, basata sugli investimenti tecnologici e di ricerca e sugli investimenti in termini di formazione del lavoratore, potenziando la capacità lavorativa e le competenze nonché aumentando la produttività.
Nella riforma proposta dal M5S viene garantito al lavoratore non solo la riqualificazione costante, ma anche il sostegno al reddito in caso di perdita di lavoro e un serio accompagnamento al reinserimento lavorativo. Ciò porta maggiore produttività per le imprese sia in termini qualitativi che quantitativi, maggiore sicurezza del lavoratore in termini di reddito costante e proficuo impatto sull'economia interna ed esterna, aumentando anche i consumi. 
Questa è la riforma che vuole il Movimento 5 Stelle!" Nunzia Catalfo, M5S Senato
Questa è la verità cari PIDDINI,
ora cosa dite per difendere il vostro duce?

martedì 7 ottobre 2014

Il veleno pone la fiducia...... be noi porremo la fiducia per i Renziani...

Allora, il governo del veleno non vuole discutere, vuole cambiare le regole del gioco chiedendo la fiducia.
Ma la fiducia a chi la chiede?
Ad un branco di seguaci che staranno sempre e comunque dalla sua parte anche se vedranno veleno sparare sul popolo?
Be se cosi stanno le cose , anche noi voteremo la fiducia ogni volta che incontreremo un renziano sulle nostre strade.
Se qualcuno deve decidere sullo statuto dei lavoratori, la decisione deve cadere su chi suda e fatica per la nostra patria, non devono essere politici, venditori di fumo e tutta quella categoria di falliti che pensano e scrivono come dice il loro duce veleno.



domenica 5 ottobre 2014

SCIOPERO

8ottobre

Combattere per salvare quello che i nostri padri hanno conquistato

Contro la destra becera mascherata da centrosinista ma che mira a mettere in pratica quanto chiesto da nonno Silvio e da culona Merkel, è un obbligo morale , sopratutto verso i nostri vecchi che tanto hanno fatto per ottenere uno statuto dei lavoratori, che le nuove leve stanno smontando,partecipare in massa alla manifestazione con sciopero, proclamata dalla FIOM.
C'è chi dice che è giusto togliere l'articolo 18, visto che sono oramai in pochi coloro che ne possono usufruire, be , io dico che bisogna lottare per allargare l'articolo 18 a tutti i lavoratori.
E' come dire che siccome il pane lo mangiano in pochi allora è giusto che nessuno mangi!
Assurdo vero?
DIAMO UNA SPALLATA A QUESTI RENZIANI, RICACCIAMOLI NELLE FOGNE,E' IL POSTO CHE MERITANO,POVERI IMBECILLI!!!!

giovedì 2 ottobre 2014

Noi difenderemo l'articolo 18 con tutte le nostre armi!

Matteo Renzi ha dichiarato guerra ai lavoratori. Il movimento operaio deve raccogliere e rilanciare la sfida con uguale durezza. Non sono possibili pareggi. O si vince o si perde. E la posta in gioco è molto alta. 
Il Capo del governo si presenta come difensore dei giovani e bandiera del “nuovo” contro il “vecchio”. Mente nel modo più spudorato. Non c'è nulla di più “vecchio” che voler distruggere l'articolo 18 sulla scia di Berlusconi ( e con il plauso di Berlusconi). Non c'è aggressione più squallida ai giovani che sommare il loro libero licenziamento illegittimo con la liberalizzazione dei “contratti a termine” senza causale. Altro che “superamento del precariato”! E' precariato per tutti, a partire proprio dai giovani. E' la morte sociale della giovane generazione. 
Il Capo del governo recita la parte dell'oppositore ai “poteri forti” che tramerebbero contro di lui. Strano. Visto che Fiat e Confindustria plaudono entusiasti al suo attacco frontale al lavoro. E che il fior fiore di vecchi e nuovi ricchi frequenta i salotti mondani dei suoi amici. La verità è che Renzi vuole presentarsi come “amico del popolo” solo per ottenere il suo consenso drogato. E vuole il suo consenso sia per soddisfare al meglio gli interessi dei capitalisti “contro il popolo”, sia per coltivare le proprie ambizioni di nuovo Bonaparte “nel nome del popolo”. Già oggi il più forte dei “poteri forti” è esattamente il suo. I capitalisti si affidano al suo populismo in attesa dell'incasso. 
Questo progetto reazionario va fermato.