giovedì 30 gennaio 2014

Il caso Electrolux

La svedese Electrolux, che produce elettrodomestici, avrebbe chiesto un taglio dello stipendio dei suoi dipendenti da 1.400 euro a 800. In caso di rifiuto trasferirà la produzione in Polonia e in Ungheria. In seguito è stato comunicato che il sacrificio è di minore entità. L'Electrolux ha 3.900 dipendenti in quattro stabilimenti: Solaro, Forlì, Susegana e Porcia. Quest'ultimo, vicino a Pordenone, sarà chiuso in ogni caso e le 1.200 maestranze licenziate. E' subito partita la canea dei sindacati, dei "ricatti occupazionali", del "comportamento inaccettabile", ma anche della "dittatura dei mercati" e della "Europa matrigna". Un pianto unico, lacrime di coccodrillo. C'è perfino chi si appella al Governo, a Zanonato e a Letta Nipote. Non è ancora partita una supplica a Napolitano reduce dalla Terra dei Fuochi e una raccolta di firme dei radical chic per lo Ius Electrolux. Questione di tempo. L'Electrolux leva le tende e taglia i salari e nessuno si chiede il perché. E' il segreto di Pulcinella e di Saccomanni, quello che passa il suo tempo dentro un tunnel ad aspettare la luce. L'Italia ha tra i più bassi stipendi d'Europa e il costo del lavoro più alto. Non è una contraddizione. Quasi tutto si perde per strada come in una conduttura bucata. Tra l'azienda e le maestranze c'è il pappone: lo Stato. Un'azienda paga circa 2,5 volte lo stipendio reale: 1,5 allo Stato, 1 all'operaio o all'impiegato. Per dare 1.400 netti Electrolux ne sborsa circa 3.500. Sarebbe logico e corretto quindi che in una situazione di difficoltà, lo Stato rinunciasse a parte dei suoi ricchi e ingiustificati introiti e non il dipendente. E sarebbe alquanto meritorio se lo Stato non spolpasse le aziende e i lavoratori con una tassazione immonda e cominciasse immediatamente a diminuirla per dare ossigeno all'economia reale. Perché un'azienda straniera dovrebbe venire, o restare, in Italia? Per pagare più tasse a uno Stato che dilapida buona parte dei suoi incassi di 800 miliardi all'anno? Se altrove il costo del lavoro è più basso, l'azienda andrà in Polonia, in Irlanda, in Romania, in Spagna e perfino in Germania. Quasi ovunque in Europa il costo del lavoro e le tasse sono minori, la burocrazia non è asfissiante come in Italia, la giustizia funziona meglio (in Italia ci sono 9 milioni di processi pendenti) e i servizi, a iniziare da quelli digitali, esistono veramente, non solo nelle pubblicità del governo. Electrolux dovrebbe tagliare lo stipendio allo Stato, non ai lavoratori.
Ed i democristiani del PD cosa ne pensano?

Il loro Kapo veleno Renzi non dice niente?

mercoledì 29 gennaio 2014

Napolitano dimettiti!

Renzi: "Stupidità senza eguali, noi con il Colle" - "Un deputato del M5S ha offeso il presidente della Repubblica dandogli del boia. E' un atteggiamento insopportabile e una forma di stupidità, prima ancora che di violenza verbale, che non ha eguali nella storia repubblicana".
Sono molto commosso dall'indignazione di Renzi per questo episodio, volevo solo chiedere a Renzi se secondo lui prendere accordi con dei pregiudicati è una questione etica oppure no?

lunedì 27 gennaio 2014

Sulla legge elettorale.... ecco cosa ne pensa la vera sinistra!

L'attuale proposta di legge elettorale Renzi/Berlusconi è peggio di una legge truffa ordinaria. E' una provocazione reazionaria. Il diritto negato di preferenza è solo un aspetto limitato della questione. E' un aspetto significativo, naturalmente, perchè è mirato a concentrare il massimo potere di comando e controllo delle segreterie di PD e PDL sui propri gruppi parlamentari e partiti: a beneficio di Renzi, contro la minoranza interna minacciata di epurazione; e di Berlusconi, contro le spinte centrifughe che albergano in Forza Italia e la concorrenza elettorale di NCD e dei suoi clan, spesso più radicati sul territorio. Questo fatto spiega perchè il punto delle preferenze è diventato il principale pomo della discordia nei due cantieri del bipolarismo, in particolare nel PD. Ma questo aspetto fa velo su enormità ben più grandi, dal punto di vista democratico. La combinazione di un premio di maggioranza del 18% a partire dal 35% di coalizione; dell'elevamento delle soglie di sbarramento all'8% per l'accesso in Parlamento di liste indipendenti; dell'innalzamento al 5% delle soglie di sbarramento per le stesse liste interne alla coalizione; del calcolo dei voti delle liste escluse dalla rappresentanza a favore dei partiti rappresentati; del ballottaggio tra le due coalizioni più votate sotto il 35% ,senza soglie di riferimento ; produce , nel suo insieme, una risultante molto semplice: un partito del 20% (o poco più) può giungere virtualmente a ottenere una maggioranza assoluta del Parlamento, con un premio di maggioranza del 30% (!). Come e più del famigerato Porcellum. Come e più della legge Acerbo varata dai fascisti nel 23 ( che assicurava i due terzi del parlamento per chi avesse raggiunto il 25% dei voti, ma non prevedeva né soglie di sbarramento, né il ballottaggio tra i due più votati sotto il 25%). L'accordo “storico” Renzi / Berlusconi è questo: non solo la spartizione del comando nei rispettivi schieramenti ma la spartizione e contesa di un'enorme massa di elettori privati del diritto di rappresentanza. Secondo la logica maggioritaria degli ultimi 20 anni, ma peggio che negli ultimi 20 anni. “Viva Matteo”, grida entusiasta la grande stampa borghese, liberale o reazionaria che sia. Larga parte degli ambienti borghesi “antiberlusconiani” (v. La Repubblica) che avevano denunciato gli orrori del Porcellum varato da Berlusconi, benedicono una legge analoga e peggiore quando viene promossa da Renzi a beneficio di Renzi. Al punto da assolvere come spiacevole necessità la stessa resurrezione del suo sodale Berlusconi quale padre della Patria. Nel migliore dei casi traspare il dubbio ( fondato) che lo stesso Berlusconi possa un domani avvantaggiarsi delle “virtù” della legge. Ma appare un dettaglio, a fronte della luce radiosa di una nuova possibile “governabilità”. Questa è infatti la chiave di lettura : il primato della governabilità borghese su ogni altro “valore” o considerazione. Sulla bocca di tanti specchiati “democratici”, il principio democratico di rappresentanza è nulla, la governabilità del capitalismo è tutto. E siccome nell'epoca della grande crisi capitalista i partiti di governo attraversano fisiologicamente una profonda crisi di consenso presso la maggioranza della società, c'è un solo modo per perpetuare la rapina dei capitalisti e dei banchieri: consentire un governo senza consenso della maggioranza. Questo è lo scopo delle diverse ingegnerie elettorali. Lo stesso dibattito accademico per lo più tratta la materia della legge elettorale in funzione del governo, non della rappresentanza. La rappresentanza è un impaccio residuale, come spiega il politologo D'Alimonte sul quotidiano di Confindustria. Tutto ciò non accade solo in Italia, come dimostra la fisiologia maggioritaria delle diverse leggi elettorali operanti negli altri paesi capitalisti, dalla monarchica Inghilterra alla V Repubblica francese. Ma tanto più si manifesta oggi in Italia a fronte di una crisi politica e istituzionale senza paragone tra i paesi imperialisti e di un programma annunciato di lacrime e sangue particolarmente pesante alle soglie del Fiscal Compact. Come poter imporre nei prossimi anni e decenni a una maggioranza esangue di lavoratori e popolazione povera gli ulteriori sacrifici pretesi dalle grandi imprese, dal capitale finanziario, dall'Unione Europea dei capitalisti e dei banchieri? Come poterlo fare dentro una cornice formalmente costituzionale e “democratica”, basata sul suffragio universale? La risposta è semplice: plasmando la democrazia borghese e la stessa Costituzione borghese secondo le esigenze sempre più vincolanti del capitale in crisi. Questo è stato il codice delle riforme elettorali e istituzionali della seconda Repubblica, dall'introduzione del maggioritario al pareggio di bilancio in Costituzione. Oggi il renzismo mira a concludere la lunga transizione con una “soluzione” che vorrebbe essere stabile, organica, definitiva. A questo plaude la borghesia italiana, dopo anni di crisi politica e di convulsioni istituzionali. Contro la legge truffa Renzi/Berlusconi è necessario innanzitutto il più ampio fronte unico di lotta di tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento, a partire da una grande manifestazione nazionale di massa. Ma questa lotta deve ricondurre il terreno democratico a una riconoscibile ragione di classe, anticapitalista, rivoluzionaria. La rivendicazione di una legge elettorale pienamente e integralmente proporzionale ( una testa un voto, uguaglianza tra i voti, tanti voti tanti seggi) è una battaglia elementare di democrazia, che nasce storicamente col movimento operaio oltre un secolo fa, contro le leggi maggioritarie / censitarie del liberalismo borghese. Quella battaglia recupera oggi una straordinaria attualità nel momento in cui il liberalismo borghese, sotto la pressione della crisi capitalista, tende a tornare al primo 900 non solo nelle politiche sociali ma negli stessi assetti istituzionali. Per questa stessa ragione, tale battaglia può essere sviluppata sino in fondo e coerentemente solo nella prospettiva di un governo dei lavoratori e di una Repubblica dei lavoratori. I lavoratori, i precari, i disoccupati non hanno nulla da guadagnare, ma solo da perdere, dalla governabilità del sistema che li sfrutta. L'unica “governabilità” che li può interessare è quella che si basa sulla loro organizzazione e la loro forza: cioè sul loro potere.

giovedì 23 gennaio 2014

Grillo risponde....



La risposta a Renzi - Replicando a Renzi, Grillo si chiede: "Chi scappa? Chi non rispetta i referendum? Chi disattende il programma con cui si è presentato ai cittadini? Noi facciamo i fatti, manteniamo le promesse, gli altri fanno solo pugnette, in particolare i segretari del PDexmenoelle che cambiano ad ogni stagione, ma in realtà non cambiano mai".

"Senza le televisioni che li dipingono come statisti, li intervistano, gli leccano il culo dalla mattina alla sera, coloro che ci accusano di scappare sarebbero cancellati dalla memoria nel giro di una settimana", prosegue il leader M5S. Sottolineando che i Cinque Stelle hanno "il difetto della coerenza, gravissimo in un Paese in cui la madre dei quaqquaraquà e dei bulli di provincia è sempre incinta".

venerdì 17 gennaio 2014

Buffoni


2014 l'anno della svolta?

Innanzitutto buon anno a tutti, seppure in ritardo,
ma vediamo cosa ci attende per l'anno appena iniziato.
Sarà l'anno del ritorno sotto mentite spoglie dei democristiani.
Il governo Letta ha i giorni contati, il paladino mascherato che guida il partito che in qualche modo dovrebbe rappresentare la "sinistra" , sua maestà veleno Renzi, (renzi chi?) è pronto ad accoltellare a morte il giullare,e a stringere accordi con il nano maledetto.
Si, quel nano cacciato dal senato, quello che condannato dovrebbe prestare servizio presso i servizi sociali.
Quello stesso nano che è stato bandito dalle pubbliche amministrazioni.
Molto probabilmente si tornerà alle urne ed il signor Veleno probabilmente rischierà di uscirne vittorioso.
Sarà la sconfitta della sinistra popolare ed il trionfo dei nulla facenti sinistroidi borghesi cattocomunisti.
Sarà molto probabilmente l'anno delle rivolte operaie, se il signor veleno cercherà di metter mano hai contratti dei lavoratori.
Sarà anche l'anno delle votazioni europee, l'anno che porterà al parlamento europeo una folta squadra di penta stellati.
Finalmente in europa il popolo italiano avrà la sua vera voce.
Ed a Gerenzano cosa accadrà?
Si vocifera che finalmente anche in questo paese dimenticato da Dio si creerà il metup dei penta stellati,chissà, forse anche parte del Granducato potrebbe aderire a tale iniziativa..........
Chi vivrà vedrà...............