martedì 1 agosto 2017

Secondo mandato...solite cazzate

Il ricorso al Tar blocca la fornitura e l’installazione di quattordici telecamere in paese. La ditta che è arrivata seconda alla gara indetta dal Comune,  ha deciso di opporsi all’aggiudicazione dell’appalto, per motivi tecnici che le darebbero ragione.
Il Tribunale amministrativo dovrà quindi valutare la questione ad ottobre: l’amministrazione ha nominato a sua volta un legale per difendersi, ma sta provando a concludere una transazione. L’obiettivo è, dietro il versamento di una somma a titolo di accordo, di far rinunciare l’impresa al ricorso.
Ma cosa c’è in ballo? Si tratta di un appalto di circa 50mila euro per l’installazione di punti di controllo sia in centro che in periferia. Sette di questi piazzati anche i luoghi sensibili, sempre rimasti sprovvisti di videosorveglianza.
Sorgono spontanee due osservazioni:
   1)  Ma se la fornitura e l’istallazione sono state assegnate mediante bando alla società A che ha vinto l’appalto su quali basi la società B si sente in diritto di ricorrere al TAR?
Forse perché nel bando di concorso sono state effettuate sviste tali da poter in qualche modo favorire A al posto di B?
Altrimenti non si capisce come il comune possa arrivare a patteggiare con B per evitare di presentarsi dinnanzi ad un giudice?
   2)  Se l’errore è dovuto ad una negligenza da parte della giunta, che doveva vigilare sulla regolarità del bando, perché deve essere la comunità a sostenere i costi di un eventuale patteggiamento?
In una normale azienda se un dipendente causa per negligenza danni ad oggetti o cose ad esso affidati l’azienda si rivale sulla busta del dipendente, ora se la negligenza è stata causata da sindaco e assessori mi sembra dovuto che a rispondere siano i soggetti che dovevano vigilare.

A voi le conclusioni