Il ricorso al Tar blocca la fornitura e l’installazione di quattordici
telecamere in paese. La ditta che è arrivata seconda alla gara indetta dal
Comune, ha deciso di opporsi all’aggiudicazione dell’appalto, per motivi
tecnici che le darebbero ragione.
Il Tribunale amministrativo dovrà quindi valutare la questione ad ottobre:
l’amministrazione ha nominato a sua volta un legale per difendersi, ma sta
provando a concludere una transazione. L’obiettivo è, dietro il versamento di
una somma a titolo di accordo, di far rinunciare l’impresa al ricorso.
Ma cosa c’è in ballo?
Si tratta di un appalto di circa 50mila euro per l’installazione di punti
di controllo sia in centro che in periferia. Sette di questi piazzati
anche i luoghi sensibili, sempre rimasti sprovvisti di videosorveglianza.
Sorgono spontanee due
osservazioni:
1) Ma se la fornitura e
l’istallazione sono state assegnate mediante bando alla società A che ha vinto
l’appalto su quali basi la società B si sente in diritto di ricorrere al TAR?
Forse perché nel bando
di concorso sono state effettuate sviste tali da poter in qualche modo favorire
A al posto di B?
Altrimenti non si
capisce come il comune possa arrivare a patteggiare con B per evitare di
presentarsi dinnanzi ad un giudice?
2) Se l’errore è dovuto
ad una negligenza da parte della giunta, che doveva vigilare sulla regolarità
del bando, perché deve essere la comunità a sostenere i costi di un eventuale
patteggiamento?
In una normale azienda
se un dipendente causa per negligenza danni ad oggetti o cose ad esso affidati
l’azienda si rivale sulla busta del dipendente, ora se la negligenza è stata
causata da sindaco e assessori mi sembra dovuto che a rispondere siano i soggetti
che dovevano vigilare.
A voi le conclusioni